Fake Healer «Two Worlds» (2015)

Fake Healer «Two Worlds» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
01.09.2015

 

Visualizzazioni:
1671

 

Band:
Fake Healer
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Titolo:
Two Worlds

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Alessio Taiti :: Vocals;
- Leonardo Taiti :: Guitar;
- Massimiliano Dionigi ::Bass;
- Simone Cocco :: Lead guitar;
- Filippo Ferrucci :: Drums;

 

Genere:
Heavy Metal

 

Durata:
37' 4"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
10.07.2015

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Debut album dal titolo “Two World” per i fiorentini Fake Healer che ci inebriano le orecchie con un Heavy Metal in puro stile realizzato in maniera assolutamente geometrica ed originale. La band è formata sostanzialmente da alcuni membri precedentemente appartenenti ai Frozen Tears, band Heavy Metal italiana con all’attivo ben cinque album rimarcanti appieno lo stile qui ascoltato. Gli otto brani realizzati in questo full lenght ricordano stilisticamente diverse band, con particolare riferimento gli Iron Maiden, ma ciò che lascia incredibilmente sorpreso l’ascoltatore è la notevole somiglianza vocale della parte cantata e curata da Alessandro Taiti a quella di Rob Halford. Strumentalmente il lavoro appare determinato sia nel sound che nelle ritmiche e difficilmente si assiste a momenti che possano metterne in discussione l’operato. Il disco apre con “Justice Within” brano tra i migliori del platter, incredibilmente ben riuscito, pulito, chiaro, schietto e dal ritornello cantato che entra subito in testa; anche “Lonewolf” ha un’andatura prevalentemente moderata e curata in ogni dettaglio, le chitarre percorrono integralmente il brano inseguendosi l’una con l’altra così come anche il basso che di tanto in tanto, oltre a lasciare ben percepire la propria essenzialità, dimostra anche la straordinaria tecnica di chi lo suona; nella successiva “Two Worlds” leggermente più aggressiva nell’esecuzione rispetto ai due brani precedenti, si assiste anche alla performance vocale della guest Chiara Luci dei Seventh Seal che affianca l’incredibile cantato del Taiti; è poi la volta di “Land Grabbing” brano dalla ritmica spumeggiante che lascia subito balzare all’orecchio dell’ascoltatore la matrice maideniana che ispira e caratterizza la band con un risultato assolutamente appagante. Il brano “The Machinist”, con un inizio acceso il giusto, ci dimostra anche una successiva veste anche più moderata della band; le ritmiche appaiono sempre ben calibrate e il lavoro alla drum sa gestirsi correttamente anche attraverso i vari cambiamenti ritmici che caratterizzano la track; è poi la volta di “Rats in the den” che ci propone una ritmica e un’andatura oramai nota e che poco si distacca dai precedenti brani; “Killing the Pain” con un’andatura maggiormente spinta rispetto a tutti i brani sin ora ascoltati vede la partecipazione come guest di Alessio Gori sempre in affiancamento al Taiti per quanto concerne la voce e di Pasquale Bianco alla chitarra; ritmiche spinte e lead solo tecnicamente ben congeniati. “Lound’n Proud” conclude il platter con un generosissimo Heavy Metal dai tratti un po’ alla Judas Priest con un’eccellente interpretazione canora cattiva il giusto e dall’altrettanta ritmica ben tirata. Il disco rappresenta nel complesso un buon lavoro anche in considerazione del fatto che questa band caratterizza il proprio stile nella purezza del genere senza l’immissione e quindi senza l’influenza di elementi esterni che possono in qualche modo alterare anche per l’ascoltatore la purezza di un sound che risulta decisamente ottimale.

Track by Track
  1. Justice Within 85
  2. Lonewolf 75
  3. Two Worlds 70
  4. Land Grabbing 80
  5. The Machinist 70
  6. Rats in the den 75
  7. Killing the Pain 80
  8. Lound’n Proud 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
78

 

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